• Eh, ce n'era gente di Valdieri in America da «Il mondo dei vinti» di Nuto Revelli

  • 2024/11/14
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Eh, ce n'era gente di Valdieri in America da «Il mondo dei vinti» di Nuto Revelli

  • サマリー

  • Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941.
    Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
    E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.

    La Montagna: Testimonianze di vita contadina

    Giovanni Caranta detto Peru, nato a Desertetto di Valdieri, classe 1896, contadino.

    Qui a Tet ‘d Ciuina, in queste poche baracche, una volta vivevano 60 persone.
    Mio nonno aveva cinque fratelli, di cui uno si era fatto sette anni di guerra, la guerra del 1848, che tutte le notti davano l'allarme, gridava nel buio e poi è morto per causa di quella guerra.
    Quando sono nato io a Desertetto vivevano 750 persone sopra dei dodici anni, qui c'era il prete, 750 che pagavano due lire l'anno, la quota per mantenere il prete.
    Sotto i 12 anni ce n'erano tanti, la popolazione era sui 1.000 abitanti.
    Si mangiava patate.
    Il mio bisnonno è quello che ha scoperto le patate: ha visto attorno al forno delle piante strane, ne ha tirato fuori una patata, l’ha fatta cuocere e ha esclamato: «Uh che buona».
    Allora hanno cominciato a seminare le patate, questo avveniva duecento anni fa, le prime patate mangiate a Desertetto.
    Nel 1923, con mio cugino Alfonso Onorato, ho deciso di andare nel Nuovo Messico, dove viveva un mio zio fin dal 1894, aveva due piccole miniere.
    Là la vita era meglio, qui c'era una gran miseria, là c'era un tenore di vita.
    Arrivati a New York, a Castel Garda, un'isoletta dove passavano tutti gli emigranti del mondo, facevano la visita medica.
    Noi eravamo 1.800, e quaranta non erano in regola, hanno dovuto tornare in Italia.
    Poi abbiamo preso il treno migranti, ma là non facevano come qui da noi che mettono i viaggiatori come le acciughe in barile, là ce ne sarebbero ancora stati mille sul treno.
    Eravamo comodi, con un servizio specialistico di lusso, la compagnia Santa Fé passava pranzo e cena, c'era il "pacco viaggio" o il ristorante sul treno.
    Se speravamo di fare fortuna?
    Mah, uno ha tante idee, la speranza era di fare un po' di risorsa.

    Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Il mondo dei vinti» https://penisolabella.blogspot.com/2024/10/audiolibro-il-mondo-dei-vinti-di-nuto.html
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あらすじ・解説

Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941.
Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.

La Montagna: Testimonianze di vita contadina

Giovanni Caranta detto Peru, nato a Desertetto di Valdieri, classe 1896, contadino.

Qui a Tet ‘d Ciuina, in queste poche baracche, una volta vivevano 60 persone.
Mio nonno aveva cinque fratelli, di cui uno si era fatto sette anni di guerra, la guerra del 1848, che tutte le notti davano l'allarme, gridava nel buio e poi è morto per causa di quella guerra.
Quando sono nato io a Desertetto vivevano 750 persone sopra dei dodici anni, qui c'era il prete, 750 che pagavano due lire l'anno, la quota per mantenere il prete.
Sotto i 12 anni ce n'erano tanti, la popolazione era sui 1.000 abitanti.
Si mangiava patate.
Il mio bisnonno è quello che ha scoperto le patate: ha visto attorno al forno delle piante strane, ne ha tirato fuori una patata, l’ha fatta cuocere e ha esclamato: «Uh che buona».
Allora hanno cominciato a seminare le patate, questo avveniva duecento anni fa, le prime patate mangiate a Desertetto.
Nel 1923, con mio cugino Alfonso Onorato, ho deciso di andare nel Nuovo Messico, dove viveva un mio zio fin dal 1894, aveva due piccole miniere.
Là la vita era meglio, qui c'era una gran miseria, là c'era un tenore di vita.
Arrivati a New York, a Castel Garda, un'isoletta dove passavano tutti gli emigranti del mondo, facevano la visita medica.
Noi eravamo 1.800, e quaranta non erano in regola, hanno dovuto tornare in Italia.
Poi abbiamo preso il treno migranti, ma là non facevano come qui da noi che mettono i viaggiatori come le acciughe in barile, là ce ne sarebbero ancora stati mille sul treno.
Eravamo comodi, con un servizio specialistico di lusso, la compagnia Santa Fé passava pranzo e cena, c'era il "pacco viaggio" o il ristorante sul treno.
Se speravamo di fare fortuna?
Mah, uno ha tante idee, la speranza era di fare un po' di risorsa.

Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Il mondo dei vinti» https://penisolabella.blogspot.com/2024/10/audiolibro-il-mondo-dei-vinti-di-nuto.html

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