• Attacco hacker, violata una delle banche dati dello Stato italiano

  • 2024/10/30
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Attacco hacker, violata una delle banche dati dello Stato italiano

  • サマリー

  • Oggi, 30 ottobre, all'interno di Degiornalist - Gli Spaccanotizie, in compagnia di Fabiana e Claudio Chiari, è stato ospite Alessandro Curioni, esperto di cyber sicurezza per parlare di innovativi attacchi hacker a cui potremmo essere soggetti. «Stiamo vivendo una situazione grave - esordisce Curioni -. È stata violata una delle più grandi banche dati dello Stato italiano, dove dentro c'è tutto su tutti. Si tratta di accessi al Presidente della Repubblica Mattarella e altre cariche importanti dello Stato. Tutto questo è avvenuto attraverso la complicità nelle forze dell'ordine e di amministratori di sistemi informatici». Da lì i malfattori sarebbero riusciti ad installare un malware e, a quanto rilevato dalle intercettazioni, pensavano di costruire un canale di collegamento diretto tra i loro sistemi e l'archivio. MANCANZA DI FIDUCIA - Una volta le rapine avvenivano nelle banche, oggi invece riguardano quasi esclusivamente i dati sensibili delle persone. «Il fattore umano è importante - ammette l'esperto -. Ora come ora è complicato anche fidarsi di quelle figure competenti alle quali poter chiedere un monitoraggio, visto che anche tra di loro si nascondo i criminali. Gli hacker riescono ad intrufolarsi anche nelle macchinette del caffè, inserendo un virus informatico che poi si diffonde nella rete aziendale carpendo dati sensibili» conclude Alessandro Curioni.
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あらすじ・解説

Oggi, 30 ottobre, all'interno di Degiornalist - Gli Spaccanotizie, in compagnia di Fabiana e Claudio Chiari, è stato ospite Alessandro Curioni, esperto di cyber sicurezza per parlare di innovativi attacchi hacker a cui potremmo essere soggetti. «Stiamo vivendo una situazione grave - esordisce Curioni -. È stata violata una delle più grandi banche dati dello Stato italiano, dove dentro c'è tutto su tutti. Si tratta di accessi al Presidente della Repubblica Mattarella e altre cariche importanti dello Stato. Tutto questo è avvenuto attraverso la complicità nelle forze dell'ordine e di amministratori di sistemi informatici». Da lì i malfattori sarebbero riusciti ad installare un malware e, a quanto rilevato dalle intercettazioni, pensavano di costruire un canale di collegamento diretto tra i loro sistemi e l'archivio. MANCANZA DI FIDUCIA - Una volta le rapine avvenivano nelle banche, oggi invece riguardano quasi esclusivamente i dati sensibili delle persone. «Il fattore umano è importante - ammette l'esperto -. Ora come ora è complicato anche fidarsi di quelle figure competenti alle quali poter chiedere un monitoraggio, visto che anche tra di loro si nascondo i criminali. Gli hacker riescono ad intrufolarsi anche nelle macchinette del caffè, inserendo un virus informatico che poi si diffonde nella rete aziendale carpendo dati sensibili» conclude Alessandro Curioni.

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