• Capitolo 7 - Verso Terranova e il Vapore

  • 2021/10/03
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Capitolo 7 - Verso Terranova e il Vapore

  • サマリー

  • ITINERARIO E LUOGHI del Capitolo

    Sardegna: Nuoro - Orosei - Siniscola - Terranova-Pausania (Olbia)

    SINOSSI

    Siamo ancora a Nuoro, in un mattino era molto limpido e azzurro di lunedì; a colazione in un breve dialogo con la proprietaria dell’albergo, Lawrence conviene che Nuoro era un posto piacevole, simpatico, molto simpatico; ma allora perché una visita così breve, arrivati la domenica già era fissata la partenza, ma con la promessa e l’impegno di tornare in estate per godersela di più.

    Ma prima un giro nella città che ancora è riluttante a riprendere il lavoro dopo la domenica.

    E durante la passeggiata fa una serie di considerazioni iconoclaste che rivelano il suo interesse per l’umanità e lo contrappone al suo collega francese Stendhal che nel suo Grand Tour del 1917, solo 4 anni prima, ebbe la sua “sindrome” di malessere di fronte alle opere d'arte ed architettoniche di notevole bellezza.

    Queste le sue incredibili parole:

    «Non c'è niente da vedere a Nuoro: il che, a dire la verità, è sempre un sollievo. Luoghi di interesse turistico sono sempre una gran noia.

    Grazie al cielo non c'è neanche un po' di Perugino o di Pisano in questo posto ...

    Felice è la città che non ha niente da mostrare.

    Quanta esibizione e affettazione si risparmia!

    La vita allora è vita, non roba da museo.

    Si poteva così gironzolare per la strada ...

    La vita è vita e le cose sono cose.

    Sono stufo di guardare a bocca aperta le cose, anche se sono dei Perugino.

    ... Non me ne importerebbe nulla se Attila venisse e demolisci ogni opera d'arte in Europa.

    ... La bellezza come sappiamo è un macigno intorno al nostro collo, e sono soffocato del tutto.»

    Poi si parte con altre 35 pagine di diario per l’ultimo percorso di 140 km in Sardegna, diretti verso la costa, Orosei, Siniscola e fino a Terranova (l’odierna Olbia) per imbarcarsi sulla via del ritorno.

    Continuiamo a viaggiare assieme a Lawrence e alla moglie Frieda, l’ape regina come la chiama lo scrittore.

    Viaggio interminabile in corriera, tanti incontri, tappe per pasti in trattorie e locande più o meno accoglienti e spesso sporche.

    Molto da vedere dai finestrini, prima tra le colline e poi giù giù scivolando verso il mare.

    Ormai esausti, pochi chilometri prima della tanto sospirata Terranova, la vista sull’isola di Tavolara, poi, arrivati, la fuga per sottrarsi alla sarda cortesia assillante e cercare di fare da soli per imbarcarsi.

    Ancora racconti di gente anche saliti a bordo, osservando l’arrivo e la salita dei passeggeri fino al racconto minuzioso della levata delle ancore e dell’allontanamento dal porto.

    La narrazione di Lawrence, talvolta fa pensare che gli manchi solo una macchina fotografica per poter fissare le immagini che gli scorrono davanti.

    Ama le scene di massa ma anche personaggi singoli e coppie, che descrive come sceneggiature di pièce teatrali.

    E ai suoi personaggi e interpreti del quotidiano ama sempre dare un soprannome non conoscendone il nome di battesimo, né si sforza di conoscerlo.

    La sua scrittura è evocativa, sinestetica, ricchissima di particolari e sensazioni, racconta ogni sensazione e atmosfera, considerazioni, divertenti scenette, ambienti, luoghi, paesaggi, passo passo, momento per momento, con precisione ogni personaggio, suono e rumore, inquadra e rende reale ogni ambiente.

    Audio Lettura di tutto il capitolo pagine 169 a 204

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あらすじ・解説

ITINERARIO E LUOGHI del Capitolo

Sardegna: Nuoro - Orosei - Siniscola - Terranova-Pausania (Olbia)

SINOSSI

Siamo ancora a Nuoro, in un mattino era molto limpido e azzurro di lunedì; a colazione in un breve dialogo con la proprietaria dell’albergo, Lawrence conviene che Nuoro era un posto piacevole, simpatico, molto simpatico; ma allora perché una visita così breve, arrivati la domenica già era fissata la partenza, ma con la promessa e l’impegno di tornare in estate per godersela di più.

Ma prima un giro nella città che ancora è riluttante a riprendere il lavoro dopo la domenica.

E durante la passeggiata fa una serie di considerazioni iconoclaste che rivelano il suo interesse per l’umanità e lo contrappone al suo collega francese Stendhal che nel suo Grand Tour del 1917, solo 4 anni prima, ebbe la sua “sindrome” di malessere di fronte alle opere d'arte ed architettoniche di notevole bellezza.

Queste le sue incredibili parole:

«Non c'è niente da vedere a Nuoro: il che, a dire la verità, è sempre un sollievo. Luoghi di interesse turistico sono sempre una gran noia.

Grazie al cielo non c'è neanche un po' di Perugino o di Pisano in questo posto ...

Felice è la città che non ha niente da mostrare.

Quanta esibizione e affettazione si risparmia!

La vita allora è vita, non roba da museo.

Si poteva così gironzolare per la strada ...

La vita è vita e le cose sono cose.

Sono stufo di guardare a bocca aperta le cose, anche se sono dei Perugino.

... Non me ne importerebbe nulla se Attila venisse e demolisci ogni opera d'arte in Europa.

... La bellezza come sappiamo è un macigno intorno al nostro collo, e sono soffocato del tutto.»

Poi si parte con altre 35 pagine di diario per l’ultimo percorso di 140 km in Sardegna, diretti verso la costa, Orosei, Siniscola e fino a Terranova (l’odierna Olbia) per imbarcarsi sulla via del ritorno.

Continuiamo a viaggiare assieme a Lawrence e alla moglie Frieda, l’ape regina come la chiama lo scrittore.

Viaggio interminabile in corriera, tanti incontri, tappe per pasti in trattorie e locande più o meno accoglienti e spesso sporche.

Molto da vedere dai finestrini, prima tra le colline e poi giù giù scivolando verso il mare.

Ormai esausti, pochi chilometri prima della tanto sospirata Terranova, la vista sull’isola di Tavolara, poi, arrivati, la fuga per sottrarsi alla sarda cortesia assillante e cercare di fare da soli per imbarcarsi.

Ancora racconti di gente anche saliti a bordo, osservando l’arrivo e la salita dei passeggeri fino al racconto minuzioso della levata delle ancore e dell’allontanamento dal porto.

La narrazione di Lawrence, talvolta fa pensare che gli manchi solo una macchina fotografica per poter fissare le immagini che gli scorrono davanti.

Ama le scene di massa ma anche personaggi singoli e coppie, che descrive come sceneggiature di pièce teatrali.

E ai suoi personaggi e interpreti del quotidiano ama sempre dare un soprannome non conoscendone il nome di battesimo, né si sforza di conoscerlo.

La sua scrittura è evocativa, sinestetica, ricchissima di particolari e sensazioni, racconta ogni sensazione e atmosfera, considerazioni, divertenti scenette, ambienti, luoghi, paesaggi, passo passo, momento per momento, con precisione ogni personaggio, suono e rumore, inquadra e rende reale ogni ambiente.

Audio Lettura di tutto il capitolo pagine 169 a 204

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