• Capitolo 8 - Il Ritorno

  • 2021/10/09
  • 再生時間: 1 時間 30 分
  • ポッドキャスト

Capitolo 8 - Il Ritorno

  • サマリー

  • ITINERARIO E LUOGHI del Capitolo

    Sardegna: Terranova-Pausania (Olbia)

    Lazio: Civitavecchia - Roma - Tivoli - Colli Albani - Cassino

    Campania: Capua - Caserta - Napoli - Capri

    Sicilia: Palermo

    SINOSSI

    Altre 28 pagine di diario per l’ultimo tratto del viaggio.

    Siamo sulla nave partita da Olbia la sera prima, dopo le 9 ore e mezza di viaggio, ormai in avvicinamento al porto di Civitavecchia, la mattina al risveglio, Lawrence fa l’appello, raccontando il risveglio dei viaggiatori citati alla partenza: dagli uomini alle bestie.

    Sale quindi sul treno e mentre fuori scorre la Maremma, fa delle considerazioni analitiche: «in un'ora si cambia la propria psiche. L'essere umano è una creatura stranissima. Pensai di avere solo un'anima, e in realtà ne ha a dozzine. Sentii la mia forte anima sarda dissolversi in me, mi sentii svanire nella vera incertezza e transitorietà italiana.»

    Nonostante la metamorfosi il passaggio non è scevro da pensieri legati all’esperienza sarda: «ci troviamo a serpeggiare per gli strani, lunghi avvallamenti della Campagna romana. Lì i pastori badavano alle pecore: le merino dal piede sottile. In Sardegna le merino erano molto bianche e brillanti (...) Ma queste della Campagna non erano più bianche, ma sporche.»

    Arrivati a Roma per prendere il treno per Napoli non si lascia sfuggire ancora una considerazione sulla capitale al volo: «Roma si sente come sempre: festaiola e niente affatto incline a curarsi di qualche cosa.»

    Poi un incontro fugace con due amici inglesi preavvertiti tramite telegramma, ricordate la visita all’ufficio postale al porto di Olbia, con i quali, sotto al treno, si scambiano esperienze di viaggi dall’Africa al Giappone e si danno appuntamento in Sicilia per la fioritura dei mandorli.

    Poi partono col treno che scorre lungo paesaggi e territori nei quali molti sono i luoghi dei quali Lawrence ha bei ricordi e nei quali vorrebbe tornare: Tivoli prima e Montecassino con la sua Abbazia dove sarebbe tentato di andare a “visitare l’altro amico, il monaco che sa così tanto del mondo, vivendone fuori”.

    Incontri e scontri verbali lungo il viaggio che li porta a Napoli, e quando arrivati, una camminata trafelata per raggiungere il porto con un certo timore; poi una divertente scenetta all’italiana, con l’altrettanto divertente quanto oggettivamente realistico racconto del metodo da usare per arrivare ad ottenere il biglietto per la nave cercando al contempo di non farsi derubare.

    Poi si sale sulla nave che porterà i nostri due coniugi viaggiatori da Napoli a Palermo; il solito breve giro d’orizzonte per inquadrare l’ambientazione delle scene dei vari personaggi presenti a bordo.

    Sbotta indispettito con coloro i quali continuano a dire che gli inglesi sono fortunati a vivere in Italia, con un popolo che si sente buono e che invece non fa altro che criticare e giudicare, sempre attaccato al denaro.

    E quasi a sottolineare lo spirito col quale Lawrence viaggia e ha viaggiato alla scoperta della vita come fosse un teatro, la narrazione finisce con uno spettacolo di Pupi Siciliani a Palermo, e si conclude con una frase simbolica: «Ma è finito. Tutto è finito. Il teatro si svuota in un attimo. ... Li ho amati veramente tutti nel teatro: il sangue meridionale, generoso, ardente, così sottile e spontaneo, che chiede il contatto fisico, non la comunione mentale o la simpatia dello spirito. Mi dispiaceva lasciarli.»

    La narrazione di Lawrence, talvolta fa pensare che gli manchi solo una macchina fotografica per poter fissare le immagini che gli scorrono davanti.

    Ama le scene di massa ma anche personaggi singoli e coppie, che descrive come sceneggiature di pièce teatrali.

    E ai suoi personaggi e interpreti del quotidiano ama sempre dare un soprannome non conoscendone il nome di battesimo, né si sforza di conoscerlo.

    La sua scrittura è evocativa, sinestetica, ricchissima di particolari e sensazioni, racconta ogni sensazione e atmosfera, considerazioni, divertenti scenette, ambienti, luoghi, paesaggi, passo passo, momento per momento, con precisione ogni personaggio, suono e rumore, inquadra e rende reale ogni ambiente.

    Audio Lettura di tutto il capitolo pagine 205 a 233

    続きを読む 一部表示

あらすじ・解説

ITINERARIO E LUOGHI del Capitolo

Sardegna: Terranova-Pausania (Olbia)

Lazio: Civitavecchia - Roma - Tivoli - Colli Albani - Cassino

Campania: Capua - Caserta - Napoli - Capri

Sicilia: Palermo

SINOSSI

Altre 28 pagine di diario per l’ultimo tratto del viaggio.

Siamo sulla nave partita da Olbia la sera prima, dopo le 9 ore e mezza di viaggio, ormai in avvicinamento al porto di Civitavecchia, la mattina al risveglio, Lawrence fa l’appello, raccontando il risveglio dei viaggiatori citati alla partenza: dagli uomini alle bestie.

Sale quindi sul treno e mentre fuori scorre la Maremma, fa delle considerazioni analitiche: «in un'ora si cambia la propria psiche. L'essere umano è una creatura stranissima. Pensai di avere solo un'anima, e in realtà ne ha a dozzine. Sentii la mia forte anima sarda dissolversi in me, mi sentii svanire nella vera incertezza e transitorietà italiana.»

Nonostante la metamorfosi il passaggio non è scevro da pensieri legati all’esperienza sarda: «ci troviamo a serpeggiare per gli strani, lunghi avvallamenti della Campagna romana. Lì i pastori badavano alle pecore: le merino dal piede sottile. In Sardegna le merino erano molto bianche e brillanti (...) Ma queste della Campagna non erano più bianche, ma sporche.»

Arrivati a Roma per prendere il treno per Napoli non si lascia sfuggire ancora una considerazione sulla capitale al volo: «Roma si sente come sempre: festaiola e niente affatto incline a curarsi di qualche cosa.»

Poi un incontro fugace con due amici inglesi preavvertiti tramite telegramma, ricordate la visita all’ufficio postale al porto di Olbia, con i quali, sotto al treno, si scambiano esperienze di viaggi dall’Africa al Giappone e si danno appuntamento in Sicilia per la fioritura dei mandorli.

Poi partono col treno che scorre lungo paesaggi e territori nei quali molti sono i luoghi dei quali Lawrence ha bei ricordi e nei quali vorrebbe tornare: Tivoli prima e Montecassino con la sua Abbazia dove sarebbe tentato di andare a “visitare l’altro amico, il monaco che sa così tanto del mondo, vivendone fuori”.

Incontri e scontri verbali lungo il viaggio che li porta a Napoli, e quando arrivati, una camminata trafelata per raggiungere il porto con un certo timore; poi una divertente scenetta all’italiana, con l’altrettanto divertente quanto oggettivamente realistico racconto del metodo da usare per arrivare ad ottenere il biglietto per la nave cercando al contempo di non farsi derubare.

Poi si sale sulla nave che porterà i nostri due coniugi viaggiatori da Napoli a Palermo; il solito breve giro d’orizzonte per inquadrare l’ambientazione delle scene dei vari personaggi presenti a bordo.

Sbotta indispettito con coloro i quali continuano a dire che gli inglesi sono fortunati a vivere in Italia, con un popolo che si sente buono e che invece non fa altro che criticare e giudicare, sempre attaccato al denaro.

E quasi a sottolineare lo spirito col quale Lawrence viaggia e ha viaggiato alla scoperta della vita come fosse un teatro, la narrazione finisce con uno spettacolo di Pupi Siciliani a Palermo, e si conclude con una frase simbolica: «Ma è finito. Tutto è finito. Il teatro si svuota in un attimo. ... Li ho amati veramente tutti nel teatro: il sangue meridionale, generoso, ardente, così sottile e spontaneo, che chiede il contatto fisico, non la comunione mentale o la simpatia dello spirito. Mi dispiaceva lasciarli.»

La narrazione di Lawrence, talvolta fa pensare che gli manchi solo una macchina fotografica per poter fissare le immagini che gli scorrono davanti.

Ama le scene di massa ma anche personaggi singoli e coppie, che descrive come sceneggiature di pièce teatrali.

E ai suoi personaggi e interpreti del quotidiano ama sempre dare un soprannome non conoscendone il nome di battesimo, né si sforza di conoscerlo.

La sua scrittura è evocativa, sinestetica, ricchissima di particolari e sensazioni, racconta ogni sensazione e atmosfera, considerazioni, divertenti scenette, ambienti, luoghi, paesaggi, passo passo, momento per momento, con precisione ogni personaggio, suono e rumore, inquadra e rende reale ogni ambiente.

Audio Lettura di tutto il capitolo pagine 205 a 233

Capitolo 8 - Il Ritornoに寄せられたリスナーの声

カスタマーレビュー:以下のタブを選択することで、他のサイトのレビューをご覧になれます。