La solitudine può essere sia una condizione esistenziale involontaria, sia una scelta di vita.
In un mondo che corre sempre più veloce, in una società che ci vuole tutti e tutte pieni di amici e di cose da fare, è inevitabile che chi fatica di più ad integrarsi e ad avere certi "ritmi sociali" finisca quasi sempre per sentirsi meno ascoltato e compreso.
Ci viene costantentemente ripetuto che l'uomo è l'uomo è un animale sociale. In realtà, la vita dell'essere umano è caratterizzata da molti momenti di socialità seguiti da altrettanti momenti di grande solitudine. Ognuno di noi prova, almeno una volta nella vita, questo senso di smarrimento individuale, sia dinanzi a se stesso che dinanzi agli altri.
In questa puntata parleremo di solitudine, di differenza tra il sentirsi soli e l'essere soli, di Hikikomori e tanto tanto altro ancora. Parleremo inoltre di Solitudine e letteratura, in quanto ha caratterizzato l'ambito letterario e artistico per molti secoli. Vi lascio con una citazione di Boccaccio nel "De Vita Solitaria":
"La solitudine – a volerla debitamente definire – è di tre tipi: del luogo [...]; del tempo, ovverosia delle notti, quando anche nel foro c'è solitudine e silenzio; dell'animo, ovverosia di quelli che, per la straordinaria capacità di concentrarsi nella contemplazione, si sottraggono al mezzogiorno e alla piazza affollata e ignorano che cosa vi succeda e sono soli in qualunque momento e luogo vogliano esserlo."
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