エピソード

  • Gli orti spaziali - S3E8
    2024/09/08
    Può la fantasia alimentare la scienza? Oggi, come ci raccontano in questo episodio il fisico Roberto Cingolani e Franco Malerba, il primo astronauta italiano, stiamo progettando anche gli orti spaziali. Per produrre ortaggi e cibo nello spazio e per le comunità di sapiens che dovrebbero colonizzare la Luna con la missione Artemis. Proprio come aveva dovuto fare Matt Damon nel film "The Martian", per sopravvivere sul Pianeta Rosso. Oggi è scienza non fantascienza. Eppure tutto era stato anticipato negli anni Settanta da un Topolino italiano, il numero 1.071: Paperone e la terra di Luna. Disegni di Massimo De Vita e storia di Giorgio Pezzin.


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    27 分
  • Marconi e il Titanic - S3E7
    2024/06/23
    E' meglio di un Guglielmo Marconi.Tutti comprendiamo il senso di questo modo di dire: Marconi fu uno dei più grandi inventori seriali italiani. Pensò, immaginò e costruì una parte di ciò che consideriamo la modernità del mondo, a partire dalle telecomunicazioni. Sapevate che, oltre a inventare il telegrafo senza fili e la radio, invenzione che al tempo era derisa dall'ortodossia scientifica perché ritenuta impraticabile a causa della curvatura terrestre, fu tra i primi a comprendere che sarebbe stato possibile trasmettere anche le immagini? Sì, il televisore. Costruì anche uno dei primi prototipi. Lo possiamo paragonare a Nikola Tesla.
    Marconi vinse il premio Nobel per la fisica nel 1909. Solo un altro italiano, Giosuè Carducci, aveva ricevuto il prestigioso premio, nato nel 1901, prima di lui. Ma non tutto luccica nella sua storia: al Cnr arrivò al posto del fondatore e accademico dei lincei Vito Volterra, cacciato dal regime fascista perché ebreo. Parleremo anche di lui con Maria Chiara Carrozza, presidente proprio del Cnr, e con Roberto Battiston ex presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana: perché Volterra è un altro dei nostri geni invisibili che stiamo recuperando solo ora.

    Sono Massimo Sideri editorialista e inviato di scienza e tecnologia del Corriere della Sera e alle scoperte italiane dimenticate ho dedicato diversi libri. La sindrome di Eustachio, Storia italiana delle scoperte dimenticate, ma anche due saggi su Italo Calvino, L’innovatore rampante e il Visconte Cibernetico scritti con Andrea Prencipe. C’è un mondo da capire davanti a noi e con questo podcast voglio continuare a portarvi in un viaggio tra scienza e tecnologia, incontrando i protagonisti di questa rivoluzione.
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    25 分
  • Meucci, il padre del telefono - S3E6
    2024/06/16
    Il telefono è stato inventato da Alexander Graham Bell. Il 7 marzo 1876, Bell ottenne il brevetto per il telefono".. Questa è la risposta di ChatGPT a una semplice domanda diretta: chi è il padre del telefono? Un ulteriore monito a non accontentarsi delle informazioni che i sistemi di intelligenza artificiale generativa possono fornire come definitive. Perché se è vero che Bell sviluppò un sistema di comunicazione telefonica non si può dimenticare il contributo che diede, prima di lui, il nostro Antonio Meucci. Meucci è forse il capostipite di tutti i grandi innovatori italiani dimenticati: è diventato famoso come uomo dimenticato. A Firenze, la sua patria natale, gli è stata dedicata una targa sulla casa natale in quella che oggi è via de’ Serragli: qui nacque il 13 aprile 1808 Antonio Meucci, inventore del telefono. A Milano gli abbiamo intitolato una strada di periferia con la dicitura «fisico». Che, per inciso, è anche un errore: Meucci era un aiuto portiere della Porta di San Niccolò a Firenze. Ne parlo in questo episodio, oltre che con ChatGPT stesso, con il fisico Vittorio Pellegrini che ha lavorato proprio ai Bell Labs e che ci aiuta a capire l'eredità di Meucci anche nella comprensione dell'origine del cosmo.
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    20 分
  • Ritorno sulla luna (Bonus track)
    2024/06/09
    Abbiamo scelto di andare sulla Luna non perché sia facile. Ma perché è difficile". Con questa famosa frase John Fitzgerald Kennedy lanciava la corsa al nostro satellite nel 1961. Sappiamo che il motivo principale era dimostrare la supremazia tecnologica sull'Unione Sovietica in piena Guerra Fredda. Ma oggi perché stiamo progettando di tornare sulla Luna con le missioni Artemis? E perché stiamo già pensando di raggiungere anche Marte con un equipaggio? Stiamo vivendo un momento di grande ritorno di entusiasmo per il cosmo, ma le ragioni sono molto diverse da quelle dell'epoca delle missioni Apollo come mi raccontano in questo episodio Amalia Ercoli Finzi, la Signora delle comete, e l'astronauta Maurizio Cheli. Più legate alla frontiera della conoscenza, è vero, ma anche alla nostra vita quotidiana: geolocalizzazione e previsioni meteorologiche sono solo due esempi di come anche i nostri smartphone, per essere utili, abbiano bisogno dei viaggi spaziali. E poi, certo, come ci ricorda Amalia Ercoli Finzi, andiamo sulla Luna anche perché abbiamo bisogno di sognare. Cosa? "Un universo infinito, fatto di infiniti mondi". Il motivo per cui Giordano Bruno venne bruciato in piazza Campo dei Fiori, a Roma, nel 1600
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    34 分
  • Plantoidi - I robot piante - S3E4
    2024/06/02
    Chi ha inventato i plantoidi? E, soprattutto, a cosa servono? Negli ultimi anni abbiamo scoperto che anche la natura ha una sua forma di intelligenza. E anche di comunicazione sotterranea attraverso i funghi: si chiama «Wood Wide Web». Una forma di intelligenza sviluppata in decine di milioni di anni. Ecco allora come stiamo tentando di sviluppare una tecnologia che ne apprenda i segreti, rispettandone l'equilibrio. In questo podcast ne ho parlato con Barbara Mazzolai, la madrina di queste piante-robot presso l'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Che pensa già a una tecnologia che alla fine del proprio ciclo di vita possa essere riassorbito dall'ecosistema, come avviene con le piante che muoiono. Utile anche, per esempio, per tutti i rover che stiamo spedendo sulla Luna e su Marte. Di questo intreccio di intelligenze (naturale, artificiale, collettiva) ne ho parlato anche con Carlo Ratti, professore all'Mit e al Politecnico di Milano che dirigerà la Biennale dell'Architettura di Venezia nel 2025. Tre intelligenze che dovrebbero unirsi come una triplice elica del Dna per cercare di dare delle risposte a un altro grande malato, la città. Che dovrebbe diventare un plantoide su scala enorme per ripensare se stessa.
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    22 分
  • L'invenzione dello sciopero - S3E3
    2024/05/26
    Quando è stato inventato lo sciopero? Incredibilmente, abbiamo anche una data: il 1155 avanti Cristo, durante il regno di Ramesses III. La fonte è un papiro residente proprio nel Museo egizio di Torino detto “papiro dello sciopero”. Lo conferma l'ospite del podcast Christian Greco, egittologo di fama e direttore del Museo egizio più antico del mondo: «Non ricevendo la paga da due mesi gli operai della necropoli che vivevano a Deir el-Medina si rifiutarono di lavorare. Lasciarono la necropoli e incrociarono le braccia. Lo possiamo considerare a tutti gli effetti uno sciopero». Conosciamo anche l’autore del papiro dello sciopero: lo scriba Amunnakh. Il documento entrò nella collezione dopo essere stato acquistato da Bernardino Drovetti nel 1824 a Tebe, l’attuale Luxor. Meraviglia della conoscenza. Altro che ChatGPT. Le informazioni sono come un ago nel pagliaio e l’unico modo per scovare quelle che ci servono è studiare. Poi lo studio e la conoscenza possono rendere l’Ai uno strumento formidabile. Ma cosa ne rimane oggi? Ne ho parlato con Marco Bentivogli, attivista, ex sindacalista ed esperto di politiche del lavoro, con cui ricostruiamo la storia di un diritto messo sempre più alle strette dalla parcellizzazione dell'economia causata dagli algoritmi.
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    27 分
  • Calvino e l’AI - S3E2
    2024/05/19
    In una serie di conferenze internazionali, raccolte poi nel saggio Una pietra sopra con il titolo di Cibernetica e fantasmi, Italo Calvino parlava dell’arrivo futuro di “una machina scrivente, in cui sia stata immessa un’istruzione confacente al caso, (che) potrà elaborare sulla pagina una personalità di scrittore spiccata e inconfondibile, oppure potrà essere regolata in modo di evolvere o cambiare personalità a ogni opera che compone”. Erano gli anni Sessanta. Oggi a quella macchina abbiamo dato il nome di ChatGPT. Al di là di qualunque valutazione sulle effettive capacità dell’intelligenza artificiale generativa, rimane sospesa una domanda: come fece Italo Calvino, un romanziere - un premio Nobel mancato per la letteratura - ad anticipare una delle più straordinarie evoluzioni tecnologiche 60 anni prima della sua esplosione commerciale? E’ questo l’interrogativo dal quale parto con Andrea Prencipe, rettore della Luiss, in questo episodio di “Geni Invisibili”: come fece Calvino a sognare ChatGPT? Figlio di un agronomo e di una biologa, lo scrittore di Sanremo (come amava definirsi, pur essendo nato a Cuba) scherzò per tutta la vita sul suo essere la “pecora nera” della propria famiglia, un umanista. Eppure per tutta la vita subì la forza gravitazionale della scienza, su cui si manteneva costantemente aggiornato grazie agli abbonamenti alle riviste americane. Curiosità di cui c’è traccia esplicita anche nelle sue famose Lezioni americane in cui l’Università di Harvard gli aveva chiesto di “anticipare” il futuro. Il titolo, non a caso, era: Six memos for the next millenium. Ecco come immaginò quella macchina scrivente il nostro “contemporaneo del futuro”.
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    23 分
  • L’oblio su Fermi - S3E1
    2024/05/12
    In via Panisperna a Roma si rimane bloccati da un cancello: qui nel 1934, esattamente 90 anni fa, veniva scoperto da Enrico Fermi e dai ragazzi di via Panisperna - Ettore Majorana, Edoardo Amaldi, Bruno Pontecorvo ed Emilio Segré - il neutrone lento, uno dei passaggi fondamentali che avrebbero portato poi lo stesso Fermi prima a vincere il Nobel per la Fisica e poi a controllare la reazione a catena, alla base sia della bomba atomica americana sia dell’energia nucleare civile. La porta in via Panisperna è ormai chiusa anche se con una procedura burocratica e lenta si può visitare (un giorno al mese) il museo Fermi. L’oblio di questo cancello è la metafora stessa dell’oblio sull’operato di Fermi, riflesso anche nella scarsa attenzione data al nostro fisico da parte di Christopher Nolan, il regista di Oppenheimer. Come mai continuiamo a dimenticarci anche dei nostri geni più visibili? Ne parlo qui con la fisica e divulgatrice Gabriella Greison che ricorda anche un aneddoto formidabile. Quando in un gioco chiesero allo stesso Robert Oppenheimer chi avrebbe voluto essere, diventò improvvisamente serio. E risposte: avrei voluto essere Enrico Fermi. E quando John Fitzgerald Kennedy pensò di riabilitarlo dopo le accuse di essere un comunista firmò per consegnarci la medaglia Fermi. Anche se non riuscì mai a dargliela, in realtà: il presidente americano sarà assassinato poco dopo. Nel podcast si potrà sentire la voce di Fermi grazie alla gentile concessione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Roma.
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    21 分