• Il dolore - Segni & Sintomi

  • 2025/04/14
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Il dolore - Segni & Sintomi

  • サマリー

  • Salve a tutti, dopo la parentesi sul raffreddore torno a parlare della semeiotica, ovvero lo studio dei segni (che sono parametri oggettivi) e dei sintomi (che sono parametri soggettivi).

    Nello specifico oggi parliamo del dolore.

    Secondo la definizione dell’Associazione Internazionale per lo studio del dolore questi è un'esperienza sensoriale ed emotiva sgradevole, associata a un danno tissutale reale o potenziale, oppure descritta in termini di tale danno. Ognuno di noi ha una propria capacità nel sopportare questo sintomo. Pertanto, lo stesso stimolo doloroso non viene percepito in maniera uguale da tutti.

    Il dolore può essere classificato secondo diverse modalità, che sono le seguenti: in merito alla durata parleremo di acuto e cronico, in base alla localizzazione avremo somatico, viscerale e riferito e, infine, in base al meccanismo parleremo di neuropatico, nocicettivo e disfunzionale.

    In questa puntata del mio podcast andrò ad approfondire le prime due modalità di classificazione in quanto la comprensione del meccanismo è molto complesso e, sicuramente, riservato agli “esperti del settore”.

    La forma acuta è di breve durata ed è spesso legato ad una causa ben nota. Per quanto possa essere una seccatura anche piuttosto impattante sulla persona, questo sintomo può veramente salvarci la vita. Pensate, per esempio, ad un attacco di appendicite: in assenza del dolore non ce ne preoccuperemo e potremmo anche rimetterci la vita; infatti, l’appendicite può rappresentare una emergenza chirurgica e, se non trattata tempestivamente, può degenerare in peritonite mettendo a serio rischio l’esistenza del malato. Altro esempio: immaginate di fratturarvi una delle ossa del piede o della gamba durante una partita di calcio … se non ci fosse il dolore continuereste a giocare procurandovi sicuramente lesioni molto più serie.

    Il dolore cronico è di durata superiore ai 3-6 mesi. Possiamo suddividerlo in quello da cancro e non da cancro. Nel primo caso si ha una causa nota, mentre nel secondo ciò non sempre avviene.

    Appena mi sarà possibile farò un approfondimento su quest’ultimo argomento.

    Come ho detto prima ognuno di noi ha una propria soglia del dolore ma per oggettivare questo sintomo è opportuno inserirlo in una scala al fine di prescrivere una terapia efficace. Per permettere ciò ne esistono di diverse. Una delle più note è la “Scala analogica visiva” in cui il paziente riporta il proprio dolore in su un segmento numerato da da 1 a 10 in base all’intensità dello stesso. Per i bambini può essere utile sostituire i numeri con una scala di faccine in cui si parte da quella a sinistra che corrisponde al valore di 1 della VAS) in cui si mostra uno smile molto felice e sorridente andando via via sino a quella molto sofferente (che rappresenta il 10).

    Prima di concludere voglio citare un dolore particolare che viene chiamato “dismenorrea” ovvero quello legato al ciclo mestruale. Avere mestruazioni molto dolorose non deve rientrare nella normalità, pertanto questo aspetto va accuratamente valutato dal ginecologo e/o dall’ostetrico di fiducia
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あらすじ・解説

Salve a tutti, dopo la parentesi sul raffreddore torno a parlare della semeiotica, ovvero lo studio dei segni (che sono parametri oggettivi) e dei sintomi (che sono parametri soggettivi).

Nello specifico oggi parliamo del dolore.

Secondo la definizione dell’Associazione Internazionale per lo studio del dolore questi è un'esperienza sensoriale ed emotiva sgradevole, associata a un danno tissutale reale o potenziale, oppure descritta in termini di tale danno. Ognuno di noi ha una propria capacità nel sopportare questo sintomo. Pertanto, lo stesso stimolo doloroso non viene percepito in maniera uguale da tutti.

Il dolore può essere classificato secondo diverse modalità, che sono le seguenti: in merito alla durata parleremo di acuto e cronico, in base alla localizzazione avremo somatico, viscerale e riferito e, infine, in base al meccanismo parleremo di neuropatico, nocicettivo e disfunzionale.

In questa puntata del mio podcast andrò ad approfondire le prime due modalità di classificazione in quanto la comprensione del meccanismo è molto complesso e, sicuramente, riservato agli “esperti del settore”.

La forma acuta è di breve durata ed è spesso legato ad una causa ben nota. Per quanto possa essere una seccatura anche piuttosto impattante sulla persona, questo sintomo può veramente salvarci la vita. Pensate, per esempio, ad un attacco di appendicite: in assenza del dolore non ce ne preoccuperemo e potremmo anche rimetterci la vita; infatti, l’appendicite può rappresentare una emergenza chirurgica e, se non trattata tempestivamente, può degenerare in peritonite mettendo a serio rischio l’esistenza del malato. Altro esempio: immaginate di fratturarvi una delle ossa del piede o della gamba durante una partita di calcio … se non ci fosse il dolore continuereste a giocare procurandovi sicuramente lesioni molto più serie.

Il dolore cronico è di durata superiore ai 3-6 mesi. Possiamo suddividerlo in quello da cancro e non da cancro. Nel primo caso si ha una causa nota, mentre nel secondo ciò non sempre avviene.

Appena mi sarà possibile farò un approfondimento su quest’ultimo argomento.

Come ho detto prima ognuno di noi ha una propria soglia del dolore ma per oggettivare questo sintomo è opportuno inserirlo in una scala al fine di prescrivere una terapia efficace. Per permettere ciò ne esistono di diverse. Una delle più note è la “Scala analogica visiva” in cui il paziente riporta il proprio dolore in su un segmento numerato da da 1 a 10 in base all’intensità dello stesso. Per i bambini può essere utile sostituire i numeri con una scala di faccine in cui si parte da quella a sinistra che corrisponde al valore di 1 della VAS) in cui si mostra uno smile molto felice e sorridente andando via via sino a quella molto sofferente (che rappresenta il 10).

Prima di concludere voglio citare un dolore particolare che viene chiamato “dismenorrea” ovvero quello legato al ciclo mestruale. Avere mestruazioni molto dolorose non deve rientrare nella normalità, pertanto questo aspetto va accuratamente valutato dal ginecologo e/o dall’ostetrico di fiducia

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