エピソード

  • L'antico cedro del Libano
    2024/09/18
    L’antico cedro del Libano


    L’antico cedro del Libano
    intreccia di vita
    questo lembo di terra benedetta.

    La supplica sale
    fino alla celeste gloria divina.

    Un nimbo veglia tra i rami
    e sillaba la Parola
    che gocciola lacrime di speranza.

    Oltre la notte
    la Luce d’oriente
    sciabola fra le crepe
    del nostro povero cuore.

    Indefesso Amore,
    prima linfa divina,
    aurora a mezzanotte.

    © Francesco Sartori, "Amore non amore", Fede e Cultura, Verona, 2024, p. 59.
    © Francesco Sartori, "Amore non amore", MaxAudiolibri, Mestre-Venezia, 2024, ep. 40.
    Voce narrante: Massimo D'Onofrio.



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    1 分
  • Al suono tenue venite a danzare (sonetto in onore alla Santa Madre di Dio Addolorata)
    2024/09/14
    Al suono tenue venite a danzare

    Al suono tenue venite a danzare,
    lieti fra i tralci e le gemme, al Signore
    delle danze, leggeri quando appare
    nell’aria senza veli a giocare

    e dire arcani i filtri d’amore
    che in stille di rugiada offre il dolore.
    Quasi a berle le lacrime amare
    e per lui creder fango ogni onore.

    Sul Trono brucia di sete il diletto
    quando la danza cede al silenzio
    e l’urlo eclissa il tuo canto nel petto.

    Da sette spade e tre notti trafitta
    bevesti il calice colmo d’assenzio
    come nel buio amante smarrita.

    © Francesco Sartori, "Donna di Luce", Edizioni Nuovi Poeti, Vaprio D'Adda, 2009, II ed., pag. 21.
    Voce narrante: Carlo Arrigoni.
    Immagine: Giovanni Bellini (detto il Giambellino), La Crocefissione di Cristo, tra il 1465 e il 1470, dipinto su legno, Louvre, Parigi.

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    1 分
  • Quel dì, le braccia levate al cielo
    2024/08/23
    Quel dì, le braccia levate al cielo

    Quel dì, le braccia levate al cielo,
    dagl'occhi scaccerai l'acre paura,
    incisa in volto dalla sorte oscura,
    che ordisce in sonno il muto velo

    pe'l lindo tuo bel viso sorgivo.
    Come in lacustre miraggio d'arsura
    occhieggia di ninfée la radura,
    celando fra i canneti amor furtivo.

    così'l destino è scritto in terra:
    l'intrepido stormir di fresche fronde
    disvela sul pontile la malerba,

    ove illacrimati addíi rinserra
    il verde legno inghiottito dall'onde
    nel guado aperto da falce acerba.

    © Francesco Sartori, "Donna di Luce", Edizioni Nuovi Poeti, Vaprio D'Adda, 2009, II ed., pag. 13.

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    1 分
  • O prima, Virgo, pródita
    2024/08/14
    O Vergine, tu sei la prima
    uscita dallo spirito del Creatore,
    predestinata dall’Altissimo
    a portare il Figlio nel seno.

    Tu, la preannunziata
    perenne nemica del demonio,
    sei riempita della grazia singolare
    di una origine senza macchia.

    Tu concepisci nel seno la Vita
    e offrendo la carne
    della Vittima divina per il sacrificio,
    reintegri la vita perduta da Adamo.

    La morte, ch’è la pena dovuta alla colpa,
    ti abbandona sconfitta,
    e tu, fatta consorte del tuo divin Figlio,
    sei portata in cielo col corpo.

    Splendente di tanta gloria,
    tutta la natura si eleva,
    perché è chiamata a toccare in te
    il vertice di ogni grazia.

    O regina trionfante,
    rivolgi a noi esuli gli occhi tuoi
    affinché, sotto il tuo auspicio,
    conseguiamo la beata patria del cielo.

    Sia gloria a te, o Gesù,
    che sei nato dalla Vergine,
    e al Padre e allo Spirito Santo,
    per tutti i secoli.
    Amen.


    O prima, Virgo, pródita
    E Conditóris spíritu,
    Prædestináta Altíssimi
    Gestáre in alvo Fílium;

    Tu perpes hostis fémina
    Prænuntiáta dǽmonis,
    Oppléris una grátia
    Intamináta orígine.

    Tu ventre Vitam cóncipis,
    Vitámque ab Adam pérditam,
    Diæ litándæ Víctimæ
    Carnem minístrans, íntegras.

    Merces piáclo débita
    Devícta mors te déserit,
    Almíque consors Fílii
    Ad astra ferris córpore.

    Tanta corúscans glória,
    Natúra cuncta extóllitur,
    In te vocáta vérticem
    Decóris omnis tángere.

    Ad nos, triúmphans, éxsules,
    Regína, verte lúmina,
    Cæli ut beátam pátriam,
    Te, consequámur áuspice.

    Iesu, tibi sit glória,
    Qui natus es de Vírgine,
    Cum Patre et almo Spíritu,
    In sempitérna sǽcula.
    Amen.

    testi: www.divinumofficium.com

    musica: Gloriae Dei Cantores, "Feast of the Assumption: Hymn. O Prima, Virgo, prodita"
    in https://youtu.be/qRJwjq3Qzr0?si=8UouQARUH_FV8-IR


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    2 分
  • Inviolata, integra, et casta es Maria
    2024/08/13
    Sei inviolata, integra e pura, o Maria:
    tu divenuta fulgida porta del cielo.
    O nobile Madre di Cristo, carissima:
    accogli il pio canto della lodi.
    I cuori e le labbra devoti invocano te:
    rendi puri i nostri corpi.
    Per le tue dolcissime preci,
    ottienici il perdono per sempre.
    O benigna! O Regina! O Maria!
    Tu che, sola, rimanesti inviolata.


    Inviolata, integra, et casta es Maria:
    Quae es effécta fulgida caeli porta.
    O Mater alma Christi carissima:
    Suscipe pia laudum praeconia.
    Te nunc flágitant devota corda et ora:
    Nostra ut pura péctora sint et corpora.
    Tua per precata dulcisona:
    Nobis concédas véniam per saecula.
    O benigna! O Regina! O Maria!
    Quae sola inviolata permansisti.

    Le preghiere della Tradizione, Fede e Cultura, Verona, 2024, pp. 94-95.

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    1 分
  • Al seno lieve il volto chinato
    2024/08/08
    Al seno lieve il volto chinato

    Al seno lieve il volto chinato
    a sussurrare segreti all’Amato.
    Gli occhi sospesi nell’aria a scrutare
    l’impercettibile voce e mutare

    questo bagliore, che acceca e consuma
    l’arso crepuscolo, ov’erba profuma
    di radica amara. Dagli aridi lidi
    sciogli le vele e dall’alto ti chini

    a illuminare chi spezza l’inganno
    confuso al sogno leggero. O Donna,
    quale astro emergi dal buio e ritrovi

    la luce a chi, smarrito tra i rovi
    contorti, lacera il cuore gemente.
    Apri e non chiudi il sentiero nascente.

    © Francesco Sartori, "Donna di Luce", Phasar, Firenze, 2018, p. 27.

    Voce narrante: Carlo Arrigoni.
    Immagine: Francesco Vaglica, per gentile concessione.

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  • Frantumato bozzolo
    2024/08/07
    Sordo disamore attorno a noi
    e l’ombra cupa della notte
    respinge il sangue dove vuoi
    eclissare lacrime ininterrotte.

    Ditemi quale suono intristisce
    e circumvola il labirinto segreto
    dell’universo, che vigile patisce
    transumanze in laido sterpeto.

    Quali chimere nudi ci avvolsero
    in spire soffici al tatto e morbide;
    vocate rime svestite indussero

    il ventre a strusciare come aspide
    in terris, anencefalo adùltero,
    d’Icaro incenerita crisalide.

    © Francesco Sartori, "Le Mutazioni dell'Amore", Laura Capone Editore, Roma, 2018, p. 19.
    Voce narrante: Massimo D'Onofrio.

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  • Amor, ch'a nullo amato amar perdona
    2024/08/06
    «Amor, ch’a nullo amato amar perdona» *

    Ho amato l’Amore, troppo poco.
    Sono stato sedotto, troppo spesso.
    Alla fine l’Amante è venuto a visitarmi: nel dolore.

    Quotidie... vulnus.

    Accetto di morir d’amore.
    È il mio destino scritto
    prima che il tempo della Luce
    mi accecasse il ferito cuore
    dal suo Vento a spirale trafitto.

    * Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Cantica V, versetto 103.

    © Francesco Sartori, "Le mutazioni dell'Amore", Laura Capone Editore, Roma, 2018, p. 52.

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