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""La storia dei sentimenti" umani ci può aiutare a capire che l'economia, la politica e le altre forme di organizzazione umana che paiono vivere di leggi, algoritmi e regole, in realtà sono figlie dei nostri sentimenti. Ve ne sono stati di meravigliosi nel corso della storia. Studiamoli, copiamoli e vivremo più felici." Dalla scoperta del fuoco alla rivoluzione industriale, dalla democrazia ateniese all'intelligenza artificiale, lo spirito di ogni grande salto della storia dell'uomo si può racchiudere in un sentimento prevalente.

Ci sono bambine che imparano presto a truccarsi, a sorridere, a essere simpatiche e maliziose. Sognano di fare le miss o le modelle. Hanno mamme disposte a guidare ore e ore nella notte per portarle a sfilare a Pitti Bimbo e padri capaci di organizzare tour de force per trovare il vestito adatto a un casting. Sono bambine di quattro, cinque, sei anni che popolano un mondo poco noto, spesso nascosto, che si declina attraverso riviste patinate, cataloghi e pubblicità.

Un viaggio eccezionale nell'Italia degli anni ottanta, attraverso i luoghi e le esperienze degli operai della Fiat. Un reportage che va oltre l'universo metallico delle grandi fabbriche automobilistiche, qui descritte in "presa diretta", per raccontare la vita nei casermoni di periferia, le metamorfosi avvenute nei paesini meridionali degli emigranti, gli operai divisi tra robot e lavoro contadino, le patetiche gite aziendali in cui si ricerca la socialità un tempo vissuta nel sindacato.

Gli occhi delle donne sono sempre stati usati dagli uomini come specchi nei quali cercare un riflesso per poter costruire la propria immagine e alimentare la propria autostima. Tuttavia, oggi qualcosa sta cambiando. Accade difatti che le proprietà correttive dello specchio degli occhi femminili abbiano cominciato a invertire il loro meccanismo di funzionamento e ad agire in senso contrario, amplificando limiti e difetti maschili. Come reagiscono gli uomini? La gran parte si sente smarrita, inquieta e disorientata, maggiormente fragile e insicura.

Ogni cultura ha predetto inutilmente la sua fine, noi stessi siamo figli di catastrofi altrui. Estinzioni di massa e colossali ecatombi del passato hanno infatti più volte segnato un nuovo inizio per altre forme di vita. La "catastrofe", intesa come resa dei conti finale con la storia, ci affascina da sempre perché soddisfa bisogni psicologici e vincoli cognitivi, magnificamente rappresentati dall'immaginario classico della fine del mondo interpretata come catarsi risolutiva, punizione, vendetta.

Perché gli Italiani mangiano la pasta al dente? La "tempura" è davvero un'invenzione giapponese? Perché la pizza ha conquistato il mondo? E perché il sushi ha conquistato noi? E cosa c'entrano il baccalà con il Concilio di Trento e il caffè con la nascita delle compagnie di assicurazioni? Sono alcuni degli argomenti affrontati da questo libro. Tradizioni gastronomiche, modi di cuocere il cibo, maniere di comportarsi a tavola, passioni, repulsioni, valori estetici, tipicità, territori, sono altrettanti specchi del rapporto che gli uomini hanno con se stessi.

Siamo entrati nell'era di Homo dieteticus. Crudisti, sushisti, vegetariani, vegani, gluten free, no carb: fra etica e dietetica la ricerca del modello alimentare virtuoso è diventata la nuova religione globale. E come tutte le religioni nascenti produce continue contrapposizioni, scismi, eresie, sette, abiure. Ciascun credo si ritiene l'unica via verso la salvezza. E verso l'immortalità. O almeno quel suo succedaneo salutistico che chiamiamo longevità.

Duemila anni di monoteismo ci hanno abituato a ritenere che Dio non possa essere se non unico, esclusivo, vero. Al contrario, il politeismo antico prevedeva la possibilità di far corrispondere fra loro dèi e dèe appartenenti a culture diverse (la greca Artemis alla romana Diana, l'egizia Isis alla greca Athena), ovvero di accogliere nel proprio pantheon divinità straniere. Questa disposizione all'apertura ha fatto sì che il mondo antico non abbia conosciuto quella violenza a carattere religioso che invece ha insanguinato, e spesso ancora insanguina, le culture monoteiste.

Der Historiker und Journalist Rutger Bregman setzt sich in seinem neuen Buch mit dem Wesen des Menschen auseinander. Anders als in der westlichen Denktradition angenommen ist der Mensch seinen Thesen nach nicht böse, sondern im Gegenteil: von Grund auf gut. Und geht man von dieser Prämisse aus, ist es möglich, die Welt und den Menschen in ihr komplett neu und grundoptimistisch zu denken. In seinem mitreißend geschriebenen, überzeugenden Buch präsentiert Bregman Ideen für die Verbesserung der Welt. Sie sind innovativ und mutig und stimmen vor allem hoffnungsfroh.

Im Dschungel Venezuelas trifft Jean Liedloff, eine junge Amerikanerin, auf die Yequana-Indianer. Fasziniert vom offenkundigen Glück dieser "Wilden", bleibt sie insgesamt zweieinhalb Jahre bei dem Stamm und versucht, die Ursachen dieses glücklichen und harmonischen Zusammenlebens herauszufinden. Sie entdeckt dessen Wurzeln im Umgang dieser Menschen mit ihren Kindern und zeigt, wie dort noch ein bei uns längst verschüttetes Wissen um die ursprünglichen Bedürfnisse von Kleinkindern existiert, das wir erst neu zu entdecken haben.

Lorsque Germaine Tillion écrit "Il était une fois l'ethnographie", elle est alors au crépuscule de sa vie ; il s'agissait pour elle de revenir sur ses notes et travaux réalisés auprès de la population berbère de l'Aurès en Algérie, entre 1934 et 1940. Ces derniers devaient faire l'objet d'une thèse, qui n'a jamais pu voir le jour à cause de la Deuxième Guerre mondiale. Elle restitue ici son expérience de jeune ethnologue avec humour et un sens du récit unique. La comédienne Roselyne Sarazin parvient à retranscrire toute la force et l'espièglerie de ce texte.

"Comment la femme fait-elle l'apprentissage de sa condition, comment l'éprouve-t-elle, dans quel univers se trouve-t-elle enfermée, quelles évasions lui sont permises, voilà ce que je chercherai à décrire. Alors seulement nous pourrons comprendre quels problèmes se posent aux femmes qui, héritant d'un lourd passé, s'efforcent de forger un avenir nouveau."

In Voyagers, the distinguished anthropologist Nick Thomas charts the course of the seaborne migrations that populated the islands between the Americas and the western coast of Asia from late prehistory onwards: firstly the colonization by speakers of Austronesian languages of the western Pacific littoral, from around 3000 BC, of the Philippines, Indonesia, Micronesia and Melanesia; followed by the later settlement, by Polynesian peoples, of Fiji, Samoa, Tonga, Tahiti, the Marquesas, Easter Island and eventually New Zealand, up to AD 1250.

Original Politics convincingly demonstrates how the best aspects of the founding vision of America were inspired, or directly appropriated, from living, Native American cultures: concepts such as natural rights, liberty, and egalitarian justice. Further, Parry traces the influence of Native America not only on the founding fathers, but on the ‘founding mothers’ of the nineteenth century women’s movement; as well as the nineteenth century abolitionist and modern ecological movements. 

We wait in lines around the block for scoops of cookie dough. We photograph every meal. We visit selfie performance spaces and leave lucrative jobs to become farmers and craft brewers. Why? What are we really hungry for? In Hungry, Eve Turow-Paul provides a guided tour through the stranger corners of today's global food and lifestyle culture. How are 21st-century innovations and pressures are redefining people's needs and desires? How does "foodie" culture, along with other lifestyle trends, provide an answer to our rising rates of stress, loneliness, anxiety, and depression?

Throughout history, humans have been driven by the quest for two cherished ideals: community and freedom. The two don’t coexist easily. We value individuality and self-reliance, yet are utterly dependent on community for our most basic needs. In this intricately crafted and thought-provoking book, Sebastian Junger examines the tension that lies at the heart of what it means to be human.

Everyone knows how babies are made, but scientists are only just beginning to understand the making of a mother. Mom Genes reveals the hard science behind our tenderest maternal impulses, tackling questions such as why mothers are destined to mimic their own moms (or not), how maternal aggression makes females the world’s most formidable creatures, and how a crisis like the Covid-19 pandemic can make or break a mom.

In Hunt, Gather, Parent, Doucleff sets out with her three-year-old daughter in tow to learn and practice parenting strategies from families in three of the world’s most venerable communities: Maya families in Mexico, Inuit families above the Arctic Circle, and Hadzabe families in Tanzania. She sees that these cultures don’t have the same problems with children that Western parents do.

As the dominant species on Earth, humans have made astonishing progress since our ancestors came down from the trees. But how did the descendants of small primates manage to walk upright, become top predators, and populate the world? How were humans able to develop civilizations and produce a globalized economy? Now, in The Age of Wood, Roland Ennos shows for the first time that the key to our success has been our relationship with wood.

A searing, on-the-ground examination of the collapsing coal industry - and the communities left behind - in the midst of an economic and environmental crisis. The past few years have highlighted the paradox at the heart of coal country. Despite fueling a century of American progress, the people at the heart of coal country are being left behind, suffering from unemployment, the opioid epidemic, and environmental crises often at greater rates than anywhere else in the country. But what if Appalachia’s troubles are just a taste of what the future holds for all of us?