Ascona-Locarno, tra palme e ghiacciai

著者: Svizzera Turismo Italia
  • サマリー

  • La regione del Lago Maggiore è unica in Svizzera. È il perfetto connubio tra la qualità svizzera e il fascino mediterraneo. Con una natura incontaminata, paesaggi incantevoli, valli lussureggianti, fiumi color smeraldo, città ricche di storia, edifici storici e una varietà di paesaggi che spazia dalle palme ai ghiacciai, Ascona-Locarno è la destinazione ideale da scoprire. Immergetevi in un viaggio attraverso le affascinanti storie della regione del Lago Maggiore, esplorando luoghi emozionanti che sicuramente non conoscete ancora, ma che meritano assolutamente di essere scoperti! Testi di Margherita Paglionico, cura editoriale di Cristiana Rumori. Voce di Isabella Tabarini, producer Simona Bozzolo, post produzione e sound design a cura di Marta Milone. - Scarica l'app Loquis per iOS e Android.
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あらすじ・解説

La regione del Lago Maggiore è unica in Svizzera. È il perfetto connubio tra la qualità svizzera e il fascino mediterraneo. Con una natura incontaminata, paesaggi incantevoli, valli lussureggianti, fiumi color smeraldo, città ricche di storia, edifici storici e una varietà di paesaggi che spazia dalle palme ai ghiacciai, Ascona-Locarno è la destinazione ideale da scoprire. Immergetevi in un viaggio attraverso le affascinanti storie della regione del Lago Maggiore, esplorando luoghi emozionanti che sicuramente non conoscete ancora, ma che meritano assolutamente di essere scoperti! Testi di Margherita Paglionico, cura editoriale di Cristiana Rumori. Voce di Isabella Tabarini, producer Simona Bozzolo, post produzione e sound design a cura di Marta Milone. - Scarica l'app Loquis per iOS e Android.
エピソード
  • Valle Bavona, tra fiaba e realtà
    2024/07/10
    Scoscesa e selvaggia, verdissima e racchiusa fra vette rocciose ripidissime, la Val Bavona è uno dei luoghi più affascinanti del Ticino. Ha una storia antichissima: nata dai ghiacciai che lentamente scavarono i fianchi delle montagne, la valle per centinaia d’anni è stata lavorata, amata e resa abitabile dalle antiche popolazioni, che riuscirono a ricavare prati, campagne e giardini fra le aspre gole, e si insediarono in dodici nuclei abitativi a una manciata di chilometri l’uno dall’altro, chiamati Terre. Case in pietra e terreni addomesticati, muri lunghi decine di chilometri per delimitare i campi e proteggere il lavoro umano, ma anche boschi fittissimi, massi ricoperti di muschio morbido e verdissimo, e onnipresente il rumore del fiume che scorre. La Val Bavona è selvaggia e implacabile, e nonostante il costante lavoro degli abitanti, nei secoli si è ripresa tutto: dal 1500 non ci sono più abitanti stabili, a causa delle frane e le piene del fiume. Solo in estate si popola ancora, e ritorna a vivere in armonia con gli esseri umani che tanto l’hanno amata. Ecco allora la Val Bavona oggi: ancora da fiaba, forse persino più di allora. È la meta prediletta di escursionisti alla ricerca di un posto in cui riposare o sognare, ma anche di avventurieri e trailrunner qui per la Great Waterfall Skyrace e la Basodino Mountain Run. È una valle in cui abbandonare i mezzi moderni, mettere via i telefonini, riconnettersi e seguire i passi di chi una volta l’abitava. Il percorso della transumanza - umana e animale - serve proprio a questo: attraverso le dodici Terre permette di affacciarsi, oggi, a una civiltà d’altri tempi, in un paesaggio di straordinaria quanto impervia bellezza. Fra questi villaggi, Foroglio è tra i più amati: rustiche case in pietra, torbe, affacci sulla natura da ogni parte e l’atmosfera diffusa di un tempo trascorso, qui vive ancora la memoria di una vita rurale e più semplice, senza grandi fronzoli né comodità, e ancora oggi le uniche fonti di energia sono solari e idrauliche. Proprio accanto al paese, imprevista e impossibile da non notare, gorgheggia e si agita un’altissima cascata, alta più di 100 metri. Da qui si cammina: puoi partire dalla parte a monte della valle, nella Terra di San Carlo, e raggiungere Robiei camminando per un paio d’ore nell’atmosfera fiabesca e impossibile della Bavona, o puoi prendere la funivia e sorvolare comodamente queste terre in pochi minuti, teletrasportandoti nella zona dei laghetti. Qui, ai piedi del più grande ghiacciaio del Ticino, puoi scegliere un’escursione e partire. O puoi sederti su un masso muschiato, guardarti ancora intorno, e respirare la stessa aria di quegli uomini e quelle donne che migliaia d’anni fa scelsero la Valle Bavona per trasformarla in casa.
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  • Riviera del Gambarogno
    2024/07/11
    Sei sulla Riviera del Gambarogno, sulla sponda sinistra del Lago Maggiore. Non importa se sei arrivato per caso o per scelta, dopo tanto andare. Tra villaggi vivaci, riflessi del lago e sentieri di montagna, adesso sei qui: e non te ne vorrai più andare. La Riviera del Gambarogno distribuisce giorni di sole e climi miti, viste sconfinate e cieli aperti, correndo dal lago e i suoi ciottolati alle vette più alte, tra boschi di castagni e alpeggi mozzafiato. Ce n’è per giorni e giorni, ma da qualche parte bisognerà pur partire: tu, oggi, cominci da Vira Gambarogno, un paesino piccolo, ma con un fascino enorme. La chiesa di San Pietro è affacciata sul lago, quasi lambita dalle onde, e tutto il nucleo è considerato il centro storico di Vira Gambarogno: case abbracciate le une alle altre, vicoli stretti, arcate, e una strada che conduce a castagneti infiniti, in un paesaggio indomito che prosegue fino alla montagna. Il tuo cammino ti porta al Parco Botanico del Gambarogno, tra Piazzogna e Vairano, dove ti immergi in un mosaico di centinaia e centinaia di magnolie, azalee e camelie. È un paradiso botanico ideato da Otto Eisenhut, un vivaio protetto e amato, che dagli anni ’50 in ogni stagione esplode di colori e profumi. A due passi da qui, nelle Bolle di Magadino, acqua e terra si intrecciano. Si tratta di un paesaggio golenale protetto, da esplorare in bicicletta fra sentieri didattici e zone d’osservazione, dove la biodiversità prolifera e vengono a sostare gli uccelli migratori. Le rive del lago promettono bagni tranquilli e sport acquatici, escursioni a bassa quota, villaggi colorati e cibo tipico, ma anche mondi visti da lontano, cammini faticosi che ti fanno sentire un tutt’uno con la natura, non solo osservatore. Lungo il sentiero e sulla cima del Monte Gambarogno il panorama è bello da piangere: il Lago Maggiore si stende ai tuoi piedi, Ascona e Locarno brillano in lontananza, e tu ti senti parte di tutto, del silenzio e dei pascoli infiniti, della montagna e di questa regione. Scendi verso Indemini, un villaggio di pietra che racconta storie antiche, in un labirinto di vicoli stretti, archi ombreggiati, e case di gneiss strette l'una contro l’altra. Il sole tramonta: dormi in rifugio, domani ti sveglierai con l’alba che colora i prati del monte. Non è finita, la Riviera continua: con il Sentiero dello Yoga a Vairano, dove meditare circondato dalla foresta, o ancora i luoghi energetici e storici di questa regione, come l’ultima capanna con tetto in paglia del Ticino ai Centocampi, o con il sentiero di montagna punteggiato di rose alpine, che dall’Alpe di Neggia ti porta fino alla vetta del Monte. Sei sulla Riviera del Gambarogno. Non importa se sei arrivato per caso o per scelta, alla fine non te ne vorrai più andare.
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  • Monte Gambarogno
    2024/07/11
    Sei alle pendici del Monte Gambarogno, sulla sponda sinistra del Lago Maggiore, pronto a camminare fino in cima, a camminare fino a essere un tutt’uno con il cielo ma profondamente in contatto con la terra, come succede dopo le escursioni migliori. Parti all’Alpe di Neggia, da cui un sentiero ben curato si snoda fino alla vetta del Monte Gambarogno. Man mano che ti inerpichi, panorami mozzafiato si srotolano davanti a te: il Lago Maggiore si distende placido ai tuoi piedi, mentre l’intera catena alpina si staglia all’orizzonte. Da qui puoi ammirare la maestosità del Monte Rosa, il gruppo del Mischabel, e il Basòdino che svetta fiero a 3272 metri, la seconda vetta più alta delle Alpi ticinesi. Proseguendo lungo il sentiero, trovi la Capanna Gambarögn, un rifugio recentemente ristrutturato dove sostare per qualche minuto o qualche ora: c’è silenzio, c’è una vista a perdita d’occhio, ci sei tu seduto su un prato a contemplare il cammino fatto, e quello ancora da percorrere. E allora riparti: il percorso prosegue sinuoso lungo il versante occidentale fino all’Alpe Cedullo, dove è doveroso assaggiare almeno un pezzetto del formaggio locale. Un’ultima breve salita ti porta finalmente in cima: l’Oratorio di Sant’Anna svetta come una preghiera o una promessa, e segna il confine con l’Italia. Ha affreschi antichissimi, raffiguranti una Madonna del Latte, e attribuiti alla cerchia di artisti di Antonio da Tradate, e proprio accanto alla cappella c’è un rifugio per te che sei viandante, che oggi passi per queste montagne. Il sentiero finale scende verso il villaggio di Indemini, serpeggiando attraverso il pendio dei Sassi Gialli. La cornice della tua discesa è la Val Crosa, con i suoi boschi di betulle, e i tetti di pietra che compaiono all’orizzonte. Indemini è una minuscola frazione costruita interamente con gneiss estratto localmente; conserva intatto il suo fascino, fatto di case allineate, tetti di pietra, vicoli e scale intrecciate. Attraversa queste antiche strade con cura e meraviglia, lascia che Monte Gambarogno si sveli. Se saprai ascoltare i suoi immensi silenzi, ti parlerà di mondi antichi, vite alternative, e delle parti più profonde di te.
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