• Grotto America

  • 2024/07/10
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  • サマリー

  • A metà ottocento, in un punto raccolto e custodito dal suono del fiume del Ticino, le famiglie della regione si incontravano per parlare del futuro. Le parole degli abitanti erano chiare, limpide come l’acqua del fiume Maggia a due passi da loro. Stiravano le gambe, mangiavano insieme, appoggiati ai grandi tavoli in pietra, e sedevano con il volto rivolto al sole. Parlavano di fortuna, di viaggi transoceanici, di cosa vuol dire sentirsi a casa a migliaia di chilometri di distanza. Parlavano d’America, da un Grotto nel Ticino. Alcuni di loro, dopo molto parlare, partirono davvero: si trovarono ancora una volta nel loro rifugio affacciato sul fiume, abbracciato dal muschio e le fronde degli alberi dei loro boschi, mangiarono ancora e bevvero insieme. Gli abitanti del Ticino emigrarono: fecero fortuna, come avevano detto, e intrapresero viaggi transoceanici. Crearono nuove famiglie e si trovarono in qualche punto d’America, in un rifugio di qualche tipo, a parlare di fare ritorno. Le parole erano chiare, come l’acqua del fiume che avevano lasciato in Ticino. Parlavano di quando stiravano le gambe, appoggiati ai grandi tavoli in pietra del Grotto, del muschio e delle fronde degli alberi, del fresco della cantina e della gente, della lingua a loro cara. Parlavano degli altri, rimasti a casa. Tornarono al Grotto, e senza malinconia lo chiamarono America. Era stato il seme della loro fortuna, e vollero che anche gli altri, passando di lì, sedendosi ai grossi tavoli in pietra sentissero quella specie di speranza che aveva animato i loro discorsi. Oggi il Grotto America resiste: si mangia ancora tipico, ha le pareti dipinte, affaccia ancora sul fiume Maggia, proprio nel cuore di Ponte Brolla. In estate apre le porte agli artisti, ai sognatori, a chi tiene viva quella speranza, grazie all’Angolo degli artisti: uno spazio fisico e metaforico in cui creativi svizzeri e internazionali si esibiscono sul palco, e condividono le proprie pratiche artistiche. Grotto America ha ancora lo spirito di metà ottocento: nella terrazza esterna, affacciata sul fiume Maggia, e nella sala interna con il camino e la luce soffusa, nella cantina antica che custodisce vini, salumi e formaggi d’Alpe, nelle esibizioni artistiche e nel chiacchiericcio diffuso. Il Grotto America, ancora oggi, è custode delle storie di ieri, e continua a parlare dei sogni giganti per il domani.
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あらすじ・解説

A metà ottocento, in un punto raccolto e custodito dal suono del fiume del Ticino, le famiglie della regione si incontravano per parlare del futuro. Le parole degli abitanti erano chiare, limpide come l’acqua del fiume Maggia a due passi da loro. Stiravano le gambe, mangiavano insieme, appoggiati ai grandi tavoli in pietra, e sedevano con il volto rivolto al sole. Parlavano di fortuna, di viaggi transoceanici, di cosa vuol dire sentirsi a casa a migliaia di chilometri di distanza. Parlavano d’America, da un Grotto nel Ticino. Alcuni di loro, dopo molto parlare, partirono davvero: si trovarono ancora una volta nel loro rifugio affacciato sul fiume, abbracciato dal muschio e le fronde degli alberi dei loro boschi, mangiarono ancora e bevvero insieme. Gli abitanti del Ticino emigrarono: fecero fortuna, come avevano detto, e intrapresero viaggi transoceanici. Crearono nuove famiglie e si trovarono in qualche punto d’America, in un rifugio di qualche tipo, a parlare di fare ritorno. Le parole erano chiare, come l’acqua del fiume che avevano lasciato in Ticino. Parlavano di quando stiravano le gambe, appoggiati ai grandi tavoli in pietra del Grotto, del muschio e delle fronde degli alberi, del fresco della cantina e della gente, della lingua a loro cara. Parlavano degli altri, rimasti a casa. Tornarono al Grotto, e senza malinconia lo chiamarono America. Era stato il seme della loro fortuna, e vollero che anche gli altri, passando di lì, sedendosi ai grossi tavoli in pietra sentissero quella specie di speranza che aveva animato i loro discorsi. Oggi il Grotto America resiste: si mangia ancora tipico, ha le pareti dipinte, affaccia ancora sul fiume Maggia, proprio nel cuore di Ponte Brolla. In estate apre le porte agli artisti, ai sognatori, a chi tiene viva quella speranza, grazie all’Angolo degli artisti: uno spazio fisico e metaforico in cui creativi svizzeri e internazionali si esibiscono sul palco, e condividono le proprie pratiche artistiche. Grotto America ha ancora lo spirito di metà ottocento: nella terrazza esterna, affacciata sul fiume Maggia, e nella sala interna con il camino e la luce soffusa, nella cantina antica che custodisce vini, salumi e formaggi d’Alpe, nelle esibizioni artistiche e nel chiacchiericcio diffuso. Il Grotto America, ancora oggi, è custode delle storie di ieri, e continua a parlare dei sogni giganti per il domani.

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